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Il censimento delle istituzioni non profit per un futuro da costruire

L’ISTAT da tempo conduce un aggiornamento annuale dei dati sul settore non profit, basandosi sui registri ufficiali. Questi approfondimenti arricchiscono la comprensione del ruolo e dell’impatto delle istituzioni non profit, fondamentali per l’innovazione e l’inclusione sociale.

Il 14 marzo 2025 è partita la terza edizione della rilevazione multiscopo sulle Istituzioni non profit che si concluderà il 24 ottobre.

Importanza del non profit nello sviluppo economico e sociale

Ad oggi, i dati rilevati dall’ISTAT sul settore non profit mostrano la presenza di circa 360 mila istituzioni, tra cui fondazioni e associazioni, che operano in diversi ambiti. Queste realtà impiegano complessivamente 919 mila dipendenti, con una forte incidenza nei servizi sociali e nella protezione civile, e si avvalgono del supporto di 4,6 milioni di volontari. Inoltre, il 13,7% delle istituzioni è orientato al contrasto del disagio sociale, mentre il 74% intrattiene relazioni significative con le istituzioni pubbliche, confermando il ruolo centrale del non profit nel tessuto economico e sociale del Paese.

Fabio Rapiti, Direttore della Direzione centrale per le Statistiche economiche dell’ISTAT, ha sottolineato come il settore non profit abbia un ruolo fondamentale nella società, con il potenziale per rafforzare la coesione sociale, supportare un welfare sempre più in difficoltà e affrontare la sfida della sostenibilità sociale, ambientale ed economica del Paese.

Questo censimento è essenziale per monitorare i cambiamenti in atto, offrendo una fotografia aggiornata e approfondita del settore: dalla sua struttura all’evoluzione nel tempo, fino ai comportamenti delle istituzioni non profit, in relazione alle trasformazioni socioeconomiche e al quadro normativo.

L’ISTAT opera senza un obbligo regolamentare, ma l’Italia è tra i pochi Paesi in Europa a disporre di un registro annuale e di una rilevazione triennale su larga scala. Si tratta di un investimento importante, che segue standard e classificazioni internazionali con il massimo rigore.

I due pilastri del censimento permanente delle istituzioni non profit sono:

  • Registro INP: aggiornato annualmente dal 2016, è un registro censuario costruito sulla base di fonti amministrative e integra anche i dati del RUNTS.
  • Rilevazione multiscopo: giunta alla terza edizione, è un’indagine campionaria su 60.000 unità, prevalentemente qualitativa, che raccoglie informazioni su attività, comportamenti economici, risorse umane ed economiche, con contenuti condivisi tra i diversi attori del settore.

Il questionario della rilevazione 2025 è stato aggiornato per rispondere meglio alle nuove necessità del settore e per raccogliere dati più precisi sui cambiamenti in corso. Alcuni quesiti, come quelli sul COVID e sullo stato patrimoniale, sono stati eliminati, mentre sono stati introdotti nuovi temi per approfondire questioni emergenti. Le otto sezioni principali rimangono invariate e continuano a coprire aree come anagrafica e stato di attività, assetto istituzionale, risorse umane, risorse economiche, attività, digitalizzazione, comunicazione e reti di relazione, innovazione sociale e altre informazioni.

Ci stiamo orientando verso una logica più modulare, con l'obiettivo di ridurre il carico statistico per i rispondenti, abbattendolo del 20%. Sono stati introdotti anche nuovi contenuti informativi, tra cui tematiche sugli investimenti (come autofinanziamento e risorse bancarie), le relazioni con i soggetti pubblici (come la coprogettazione, concessioni, appalti e contratti onerosi) e la valutazione dell'impatto sociale, un tema delicato e non molto diffuso. In questo ambito, sono stati aggiunti quesiti relativi alla VIS realizzata dall'INPS su progetti o iniziative, gli obiettivi e i soggetti coinvolti.

Perché viene fatto il censimento?

Per comprendere le dinamiche di un settore che ha un grande potenziale per la società e l'economia del Paese, è fondamentale avere a disposizione informazioni statistiche precise e rilevanti. Solo con operazioni di indagine di qualità possiamo individuare politiche adeguate ad accompagnare il settore nel suo sviluppo.

Siamo arrivati a un punto in cui è essenziale valutare e conoscere il settore per “riconoscere” il suo impatto, “contarsi per contare”, come ha sottolineato Fabio Rapiti.

La collaborazione con le associazioni nazionali è cruciale per garantire la partecipazione delle istituzioni, anche quelle più piccole, e supportare un processo di raccolta dati che sia il più completo possibile.

Strategie e strumenti per la raccolta dei dati

L’edizione 2025 del censimento delle istituzioni non profit si distingue per l’introduzione di una strategia "mixed mode". Questo approccio prevede la raccolta dei dati tramite un campione di 60.000 istituzioni non profit. I rispondenti avranno la possibilità di completare autonomamente il questionario per un periodo di circa due mesi. Tuttavia, nel caso in cui abbiano bisogno di supporto, potranno essere assistiti da rilevatori esterni. Va sottolineato che la possibilità di essere intervistati da un rilevatore non compromette la validità delle informazioni raccolte, garantendo comunque l’affidabilità dei dati.

Come si partecipa?

Ogni istituzione riceve una lettera informativa che comunica l’obbligo di partecipare, inviata tramite PEC o raccomandata con ricevuta di ritorno. Gli invitati vengono quindi indirizzati a collegarsi a un link e a utilizzare le credenziali personalizzate che ricevono.

A partire da metà maggio, per chi non ha completato il questionario tramite il link, una società esterna si occuperà di assistere i rispondenti nella compilazione del modulo. Sarà possibile partecipare anche utilizzando la tecnica CATI (intervista telefonica) o videointervista, una modalità che offre un’interazione più diretta e personale durante la raccolta dei dati.

Inoltre, da dicembre è stato attivato il numero gratuito 1510, disponibile fino al 24 ottobre 2025, per centralizzare e standardizzare tutte le informazioni, rendendo il processo più semplice e sintetico, con l’obiettivo di ridurre i tempi di risposta e ottimizzare l’efficienza complessiva.

I rispondenti possono utilizzare diversi canali per partecipare al censimento: un numero unico, l’e-mail e il sito web, a seconda del percorso scelto.

Il dott. Claudio Ceccarelli, Direttore della Direzione centrale per la Raccolta Dati dell'ISTAT, ha spiegato che, per stimolare la partecipazione, vengono inviati solleciti e promemoria. In genere, quando il sollecito viene inviato, si registra un aumento significativo nelle risposte. L’esperienza maturata nel tempo ha portato a una strategia più mirata, che prevede l’apertura dei portali prima e l'invio delle informazioni successivamente, evitando di essere troppo tempestivi nell'invio delle comunicazioni.

Ad oggi, sono 450 le istituzioni che hanno già risposto, mentre 850 stanno ancora compilando il questionario.

Il ruolo delle istituzioni Non Profit nell'Inclusione e nell'Innovazione

Chiara Burtolo, giornalista di Rai News 24, ha raccontato come i tempi che stiamo vivendo siano rivoluzionari, segnati da grandi cambiamenti. “Stiamo tornando a parlare di conflitti, riarmo e vivendo esperienze quotidiane che sembravano impensabili, come la pandemia,” ha sottolineato.

I mutamenti sociali ed economici sono evidenti, con l’aumento della povertà assoluta e gli effetti del cambiamento climatico che si fanno sentire. Inoltre, ha osservato, è cambiata anche la socialità, con i social che amplificano la solitudine e l’intelligenza artificiale che entra sempre più nelle nostre vite. In questo scenario, secondo Burtolo, le soluzioni più vicine ai cittadini arrivano dal settore non profit, grazie all’impegno di professionisti e di moltissimi volontari che dedicano tempo ed energia al bene degli altri.

Le trasformazioni in corso nel terzo settore, in particolare con la riforma e il via libera dell'Unione Europea, riguardano non solo gli aspetti fiscali, ma anche l'introduzione di un quadro di regole che definisce l'identità del settore. Le risorse economiche non sono più a disposizione libera delle organizzazioni, ma devono essere destinate a finanziare le attività statutarie.

La riforma prevede un regime fiscale definito, con temi come la flat tax per le pubbliche società e la detassazione per le imprese sociali, sebbene restino alcune incertezze su finanza sociale e incentivi. Dal 1° gennaio, per le 16.000 ONLUS, il regime fiscale cambierà, e sarà fondamentale capire come queste organizzazioni si adatteranno al nuovo contesto. La trasparenza e la qualità dei dati sono, infine, elementi chiave per monitorare l'evoluzione del settore attraverso il registro unico del terzo settore

Durante l'incontro "Il Censimento delle Istituzioni Non Profit per un Futuro da Costruire", Alessandro Faramondi, Dirigente della Direzione centrale per le Statistiche economiche dell'ISTAT, ha evidenziato l'importanza dei censimenti come parte integrante dell'ISTAT. Ha sottolineato che l'integrazione delle fonti, sia all'interno del comparto non profit, sia con altre istituzioni, è cruciale. Faramondi ha spiegato come il registro delle unità nel settore non profit rappresenti un pilastro fondamentale, utilizzato per raccogliere informazioni qualitative sui profili delle organizzazioni.

Ha poi posto l'accento sulla necessità di una visione olistica delle integrazioni tra il settore non profit, la pubblica amministrazione e le imprese pubbliche. Un tema centrale emerso è la collaborazione tra il settore non profit e le imprese, in particolare nel contesto dell'accompagnamento dei disoccupati e del welfare territoriale, con un approccio basato sulla logica di sussidiarietà.

Sono stati identificati tre principi fondamentali di questa collaborazione: la cooperazione su obiettivi condivisi, la capacità di innovare nella progettazione dei servizi e una gestione fiscale con un budget condiviso. Ha anche evidenziato il ruolo del capitale sociale, sottolineando come la creazione di reti contribuisca a rafforzarlo. Secondo lui, la crescita economica è essenziale per migliorare la qualità della vita e il progresso civile, e la capacità di integrare una visione complessiva del sistema è fondamentale per ottenere una panoramica completa del settore.

Infine, ha condiviso dati significativi sul coinvolgimento degli enti non profit con enti territoriali, che è salito al 36% nel 2021, rispetto al 15% del 2015. Tuttavia, la collaborazione tra enti non profit ed enti profit è diminuita al 9% nel 2021.

Nel corso dell'incontro, Giuseppe Notarstefano, Presidente dell'Azione Cattolica Italiana, ha introdotto il tema della necessità di una conoscenza più approfondita del terzo settore, evidenziando l'importanza di comprendere le relazioni con le istituzioni e interpretare accuratamente il ruolo delle associazioni. Ha sottolineato che l'adozione di strumenti di rendicontazione sociale è fondamentale per entrare nella logica dell'impatto sociale, affrontando i cambiamenti in atto con uno storytelling più complesso. L'obiettivo, secondo Notarstefano, è superare l'approccio degli interventi isolati, favorendo azioni integrate. Inoltre, ha enfatizzato l'importanza di costruire alleanze, condividere una visione comune e alimentare la ricerca del bene comune e dell'inclusione, seguendo la logica della sussidiarietà.

Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo Settore, ha discusso dei cambiamenti in corso nel settore, evidenziando le sfide globali, come la pandemia e i precedenti censimenti, che hanno modificato lo scenario. Il Terzo Settore è ormai riconosciuto come un elemento centrale della rete sociale del Paese. Pallucchi ha sottolineato l'importanza per il settore non profit di "contarsi per contare", in quanto è caratterizzato da una diffusione territoriale che non sempre coincide con i presidi tradizionali, come nelle aree interne e periferiche, che presentano maggiore vulnerabilità.

Per quanto riguarda la riforma del Terzo Settore, ha affermato che questo primo censimento rappresenta un grande impegno, soprattutto per il Forum, come ente maggiormente rappresentativo, al fine di rendere la riforma inclusiva e garantire che nessun soggetto venga escluso da un adeguamento che implica una sfida culturale. Pallucchi ha inoltre sottolineato la collaborazione tra il Forum del Terzo Settore e l'ISTAT, focalizzandosi sul volume economico degli ETS previsto per il 2024, per valutare lo stato di salute del settore e comprendere le sue dinamiche.

Infine, ha ribadito l'importanza di un'analisi dei dati per una pianificazione e coprogrammazione efficaci, a partire da una lettura oggettiva della realtà. Pallucchi ha concluso facendo riferimento al piano dell'economia sociale, come un'opportunità per definire un modello economico che metta al centro le persone e le comunità, contribuendo a superare le difficoltà attuali.

Chiara Tommasini, presidente di CSVNet, ha affrontato il tema del cambiamento del volontariato e della sua relazione con il digitale, evidenziando come nuove forme di partecipazione stiano emergendo. Ha sottolineato che, pur essendo i censimenti utili per fornire delle "fotografie" della situazione, il volontariato rimane un fenomeno fortemente territoriale, che va osservato sul campo. Le trasformazioni in atto nel settore sono confermate dalle analisi ufficiali dell'ISTAT, ma non esiste più un modello unico di volontariato, bensì una pluralità di forme.

Tommasini ha evidenziato il cambiamento nel rapporto con le istituzioni: il volontariato non si limita più a rispondere ai bisogni, ma co-progetta politiche e servizi. Inoltre, il legame con il territorio è diventato più forte, grazie alle reti che permettono una comunicazione più efficace con le diverse componenti delle comunità. Le esperienze variegate dei volontari si integrano sempre più con le esigenze degli enti.

Questi punti di osservazione sono fondamentali per progettare e programmare attività di volontariato, rispondendo in modo mirato ai bisogni specifici dei vari territori. Tommasini ha concluso sottolineando l’importanza della collaborazione con l’ISTAT, che permette di comunicare e interpretare i dati relativi al settore, alimentando un'alleanza strategica che va coltivata nel tempo.

La riforma del Terzo Settore ha riconosciuto il volontariato come centrale, introducendo misure per attrarre nuovi volontari e rafforzare le tutele per quelli esistenti. Tra queste misure:

  • Tutele: assicurazione obbligatoria per tutti i volontari, anche occasionali, per salvaguardare la loro sicurezza.
  • Promozione della cultura del volontariato: riconoscimento delle competenze acquisite attraverso l’attività volontaria, utili in ambito scolastico e lavorativo.
  • Riforma del Terzo Settore: necessità di ripensare a modalità e forme per attrarre i volontari, dato il cambiamento nei tempi di vita e nelle condizioni di lavoro.
  • Valutazione dell’impegno del volontariato: possibilità per gli ETS di valorizzare nel bilancio l’impegno economico legato ai volontari, evidenziando il loro apporto.

Il censimento degli ETS non si limita ai numeri, ma punta a capire chi sono i volontari e come si inseriscono nel contesto sociale. Viene anche esplorata l'innovazione, con esempi di progetti sociali che coinvolgono reti e alleanze, come il concorso per le parrocchie ecologiche.

Centri di Servizio per il Volontariato stanno programmando attività a lungo termine, con focus su:

  • Valorizzazione dei nuovi protagonisti: coinvolgimento delle nuove generazioni nel volontariato e analisi dei modelli organizzativi degli enti.
  • Sostegno alle aree interne: potenziamento dei piccoli gruppi, cruciali per alcune comunità.
  • Volontariato nell’economia circolare: rafforzamento delle politiche di welfare e digitalizzazione del volontariato.

 Arsea Comunica n. 41 del 25/03/2025 

Caterina Ancarani

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